Categoria: Agricoltura
Dal 1° luglio al 31 agosto divieto di abbruciamenti
Dal 1° luglio ha inizio il periodo di rischio incendi boschivi su tutto il territorio regionale, come previsto
dall’articolo 61 del Regolamento Forestale della Toscana (D.P.G.R. 48/R/2003), e che, pertanto, sarà assolutamente vietata l’accensione di fuochi di qualsiasi genere.
Nei due mesi è vietato l’abbruciamento di residui vegetali e qualsiasi accensione di fuochi, ad esclusione della cottura di cibi in bracieri e barbecue situati in abitazioni o pertinenze e all’interno di aree attrezzate.Lo annuncia la Regione Toscana ricordando quanto siano importanti i comportamenti corretti che ciascun cittadino deve tenere per evitare l’innesco di un incendio forestale e anche in caso di avvistamento di un principio di incendio.
Chi dovesse vedere l’inizio di un incendio è importante che lo segnali tempestivamente al numero verde 800.425.425 della Sala operativa regionale antincendi boschivi o al 115 dei Vigili del Fuoco.






Rossella Bartolini eletta Presidente del Consorzio delle strade montane di Scansano

Nell’assemblea consortile del 19 marzo, il Consorzio delle strade montane del Comune di Scansano ha eletto all’unanimità, come nuovo presidente, Rossella Bartolini, che succede a Pasquale Quitadamo.
L’assemblea ha visto una forte presenza (64% delle quote) nonostante si sia svolta attraverso l’utilizzo di una piattaforma di videoconferenza, per il rispetto delle norme anticontagio.
Il ruolo di presidente del Consorzio è di tipo volontario e non retribuito.
Rossella Bartolini, già vicepresidente del Consorzio, nell’assumere la nuova carica, ha dichiarato: “Sono lieta di poter dare il mio contributo per la tutela del territorio come cittadinanza attiva, esercitando poteri e responsabilità nell’ambito delle politiche pubbliche per rendere effettivi i diritti e tutelare i beni comuni“.
Il Consorzio delle strade montane del Comune di Scansano si occupa della manutenzione di 22 strade vicinali, per un totale di circa 85 chilometri, situate nelle zone collinari del Comune.
Le strade del Consorzio costituiscono una vera e propria infrastruttura rurale al servizio degli oltre 350 utenti (privati e aziende), ma sono anche una ricchezza del territorio a disposizione di amanti della natura e turisti, e che permettono di attraversare alcune delle più belle e intatte zone della Maremma scansanese dove tra boschi, poderi, panorami mozzafiato, agriturismi, casali d’epoca si collocano anche punti di importanza storica eccezionale: basti pensare al castello di Montepò, sulla strada vicinale omonima, tra i più belli e meglio conservati castelli medioevali, e al cippo che ricorda il sacrificio del Tenente Gino e del soldato Giovanni, 2 partigiani uccisi in un agguato dai nazifascisti il 7 maggio 1944; il cippo fu eretto subito dopo la fine della guerra dalla popolazione locale ed è situato su una delle strade vicinali del Consorzio, la strada della Dogana vecchia di Murci.
La manutenzione delle strade è fatta con la cura e il lavoro di molti utenti e dei rappresentanti che ogni strada elegge con un compito, anch’esso volontario e non retribuito, di coordinamento; per quanto riguarda le risorse economiche, il Consorzio conta sui contributi che pagano annualmente gli utenti (i “ruoli”) e su un contributo del Comune.
“In tempi di ‘quote rosa mancate’ il Consorzio delle strade montane di Scansano rappresenta una realtà esemplare nel territorio avendo alla sua guida due giovani e capaci signore, quali la neopresidente Rossella Bartolini e la segretaria amministrativa Roberta De Marco”, ha evidenziato Pasquale Quitadamo, ex presidente del Consorzio e consigliere comunale di Scansano.
Toscana: dal 20 al 31 marzo divieto assoluto di abbruciamento di residui vegetali agricoli e forestali

Da domani, sabato 20 marzo, fino al 31 marzo la Regione istituisce il divieto assoluto di abbruciamento di residui vegetali agricoli e forestali su tutto il territorio regionale in considerazione dell’attuale rischio di sviluppo di incendi boschivi legato alle condizioni climatiche.
Nei prossimi giorni le previsioni meteo elaborate dal Consorzio LaMMA indicano infatti il perdurare di condizioni meteo climatiche caratterizzate da scarse precipitazioni pregresse e presenza di ventilazione proveniente dai quadranti settentrionali e con conseguente bassa umidità relativa dell’aria.
Pertanto oltre al divieto di abbruciamento di residui vegetali (potature, sfalci, ecc) è vietata qualsiasi accensione di fuochi, ad esclusione della cottura di cibi in bracieri e barbecue situati in abitazioni o pertinenze e all’interno delle aree attrezzate. Anche in questi casi vanno, comunque, osservate le prescrizioni del regolamento forestale.
La mancata osservanza delle norme di prevenzione comporta l’applicazione di pesanti sanzioni previste dalle disposizioni in materia. Imprenditori agricoli e privati cittadini sono quindi invitati a tenere comportamenti prudenti nelle attività agricolo-forestali astenendosi da qualsiasi accensione di fuoco. Si sottolinea l’importanza di segnalare tempestivamente eventuali focolai al numero verde della Sala operativa regionale 800.425.425 o al 115 dei Vigili del Fuoco.
Tassa passi carrabili: oltre l’iniquità nel colpire soprattutto le Aziende agricole, per la tassa provinciale cartelle pazze a Scansano
Come riportato dalla stampa, ci sono state molte proteste avverso la Amministrazione Provinciale (presieduta dal Sindaco di Grosseto, Vivarelli Colonna) per la attivazione della “tassa sui passi carrabili” anche e soprattutto per le Aziende agricole che hanno accesso dalle strade provinciali. Questa tassa (che tutte le Amministrazioni precedenti a Vivarelli avevano sospeso) è stata attivata dalla Provincia di Grosseto nella primavera del 2020, nel pieno delle chiusure dovute alla pandemia, e colpisce il settore agricolo in un momento in cui non c’è certo bisogno di aggravi di costi, vista la crisi del settore peggiorata dalla pandemia nell’ultimo anno e mentre il Governo nazionale e quasi tutti i Comuni del territorio stavano cercando di aiutare i propri cittadini, sospendendo o facendo slittare i tributi.
Già recentemente erano emerse richieste di pagamento apertamente errate, beffa che si aggiungeva alla ingiustizia del “mettere le mani in tasca” ad aziende in crisi.
In questi giorni ricevo parecchie segnalazioni da cittadini e utenti di Strade vicinali (sono stato fino a poco tempo fa presidente del Consorzio che gestisce le strade vicinali “montane” di Scansano) che denunciano di aver ricevuto la richiesta di pagamento della tassa relativa al 2018 (quindi con la “promessa” che ci saranno altri arretrati da pagare) anche se le loro proprietà NON hanno passi carrabili su strade provinciali ma accedono da strade vicinali … strade vicinali che talvolta partono da provinciali altre addirittura da strade comunali.
Ma di quale “occupazione di suolo pubblico” si tratta se i passi carrabili in questione sono a chilometri di distanza dalla strada provinciale?
In questa situazione, non posso che invitare tutti coloro che hanno ricevuto la lettera della Provincia di Grosseto con le imposte da versare per passi carrabili non aperti su strade provinciali di fare una contestazione circostanziata della richiesta di pagamento in quanto non vi sono accessi da strade provinciali.
A livello generale, visto il periodo di crisi economica soprattutto del settore agricolo e i tantissimi errori nelle lettere inviate, non posso che reiterare la richiesta fatta dai Consiglierei provinciali di minoranza e da tanti Sindaci ovvero quella della sospensione da parte della Provincia di questa tassa per riconsiderare il quadro complessivo di equità della stessa e, al minimo, per affrontare i calcoli con maggiore attenzione e precisione.
Pasquale Quitadamo
Consigliere comunale Scansano

Predazione: altri gravi episodi, foto del disastro e dichiarazioni video di Massimiliano Ottaviani
Massimiliano Ottaviani: le mie pecore, che per alcuni valgono meno di nulla, il nostro lavoro che pochi conoscono, il nostro impegno per il territorio e per la sicurezza alimentare. Tutto questo a breve potrebbe essere solo un ricordo.
5.12.2020: Toscana in zona arancione, Giani firma un’ordinanza per chiarire cosa si può fare (anche per Caccia e Pesca)

Alla vigilia del nuovo ingresso della Toscana in zona arancione, il presidente della Regione Eugenio Giani ha firmato un’ordinanza per regolamentare e chiarire quali sono gli spostamenti e le attività consentiti a partire da domani, domenica 6 dicembre, all’interno della regione.
“Con l’ingresso in zona arancione – spiega il presidente Giani – possiamo adottare misure più morbide, che ci danno maggiore libertà di movimento e, ad esempio, consentono da domani di riaprire i negozi. Con queste nuove regole vogliamo chiarire ai cittadini toscani in quali casi sarà possibile spostarsi in un Comune diverso da quello di residenza, entrando nel dettaglio delle attività consentite e cercando di rispondere così ai tanti interrogativi che la gente ci rivolge. Dobbiamo però essere consapevoli che il nemico è sempre con noi e che solo continuando a prendere precauzioni e a fare grande attenzione possiamo pensare di sconfiggerlo ed evitare così l’arrivo di una terza ondata a gennaio”.
Ecco cosa prevede in dettaglio la nuova ordinanza.
Spostamenti
Sono consentiti gli spostamenti in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione (gli spostamenti devono essere autocertificati indicando tutti gli elementi necessari per la relativa verifica):
- In comuni limitrofi per prodotti necessari alle proprie esigenze o per maggiore convenienza economica, anche per accedere ai ristoranti con asporto.
- In comuni limitrofi per usufruire, in caso di rapporto fiduciario consolidato, di attività e servizi alla persona (ad esempio parrucchieri, estetisti, carrozzieri).
- Per andare a trovare, anche in comuni di aree differenti, i figli presso l’altro genitore.
- Per la cura dei terreni e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo.
- Per raggiungere seconde case, camper o roulotte, imbarcazioni di proprietà per manutenzione e riparazione necessarie e urgenti in tutta la Regione.
- Per attività di raccolti tartufi e funghi a titolo professionale.
- Per accudire gli animali allevati.
Attività
Attività dei centri estetici.
Attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali;
Caccia e Pesca
Attività di controllo faunistico ai sensi dell’art 37 della LR 3/1994 e nel rispetto delle condizioni previste;
Attività venatoria nel comune di residenza, domicilio o abitazione, nell’ATC di residenza venatoria e negli appostamenti fissi autorizzati dalla Regione;
Attività di pesca sportiva e dilettantistica nella propria provincia di residenza, domicilio o abitazione in forma individuale.
Circoli culturali e ricreativi
Per i centri culturali, centri sociali e centri ricreativi è consentito, esclusivamente a favore dei rispettivi associati, effettuare la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze.
Biblioteche
Per l’accesso ai servizi delle biblioteche la prenotazione può essere effettuata a distanza oppure direttamente sul posto prima di accedere al servizio.
Sport
Le attività motorie e di sport di base presso centri e circoli sportivi possono essere svolte all’aperto.
Il rientro presso residenza, domicilio, abitazione dalle zone arancioni e rosse è consentito solo per coloro che hanno sul territorio regionale il proprio medico di medicina generale o il pediatra di famiglia. Sono comunque consentiti i rientri motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, per motivi di salute o di studio.
Formazione professionale, scuole e corsi
Nei corsi di formazione professionale sono consentite in presenza le attività di laboratorio e gli stage. Tutte le altre attività si svolgono a distanza.
L’attività di scuole di musica, di pittura, di fotografia, di teatro, di lingue straniere e altri corsi, compresi gli eventuali esami, è svolta a distanza se collettiva o in presenza se individuale.
Le attività destinate ai bambini e ai ragazzi possono essere svolte in maniera collettiva.
CLICCARE QUI PER SCARICARE IL TESTO INTEGRALE DELL’ORDINANZA
28.11.2020: La nuova ordinanza di Giani su spostamenti e attività

La nuova ordinanza, in vigore da oggi, disciplina, dunque, le nuove regole che consentono, in particolare, gli spostamenti in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione nei seguenti casi:
- per raggiungere seconde case, camper o roulotte, imbarcazioni di proprietà per manutenzione e riparazione in tutta la Regione. Lo spostamento potrà essere esclusivamente individuale e con obbligo di rientro in giornata presso la propria abitazione;
- in comuni limitrofi per prodotti necessari alle proprie esigenze o per maggiore convenienza economica;
- per andare a trovare figli presso l’altro genitore. Gli spostamenti dovranno avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario;
- per coltivare il terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo;
- per l’attività di raccolta tartufi, funghi e pesca esclusivamente a titolo professionale fuori dal comune di residenza;
- per accudire gli animali allevati.
La nuova ordinanza dispone, inoltre, lo svolgimento dell’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali da compagnia con prenotazione del servizio e garantendo idonee misure di sicurezza nella consegna e ritiro dell’animale.
Il testo integrale della parte dispositiva della nuova ordinanza:
Disposizioni per gli spostamenti
1. è consentito lo svolgimento dell’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali da compagnia, nel rispetto delle disposizioni di prevenzione e tutela collettiva previsti dall’ordinanza regionale 62/2020, previa prenotazione del servizio e garantendo idonee misure di sicurezza anche per quanto attiene la consegna e il ritiro dell’animale;
2. è consentito raggiungere seconde case, camper o roulotte, imbarcazioni di proprietà in stato di messa a terra e presso il relativo porto e altri manufatti per lo svolgimento delle attività di manutenzione e riparazione necessarie per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione del bene; lo spostamento potrà essere esclusivamente individuale e limitato all’ambito del territorio regionale con obbligo di rientro in giornata presso l’abitazione abituale;
3. è consentito spostarsi in un comune limitrofo a quello di residenza, domicilio o abitazione qualora il proprio comune non disponga di punti vendita dei prodotti necessari alle proprie esigenze oppure quando nel comune limitrofo siano presenti punti vendita che garantiscano una maggiore convenienza economica rispetto a tali prodotti;
4. è consentito andare a trovare anche in Comuni di aree differenti figli presso l’altro genitore o
comunque presso l’affidatario per condurli presso di sé. Tali spostamenti dovranno in ogni caso avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario, nonché secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio o, in assenza di tali provvedimenti, secondo quanto concordato tra i genitori;
5. Con riferimento alla cura dei terreni si precisa che la cura effettuata ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale, integra il presupposto delle esigenze lavorative. Pertanto la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo (quale ad. esempio quella di raccolta delle olive, conferimento al frantoio e successiva spremitura) effettuate direttamente o tramite componenti del nucleo familiare, da intendersi come conviventi, o parenti o affini entro il secondo grado, sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva o comunque la disponibilità e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito;
6. Con riferimento alle attività di raccolta tartufi si precisa quanto che sono consentiti gli spostamenti, anche al di fuori del comune di residenza, domicilio o abitazione, esclusivamente nel caso di raccolta dei tartufi svolta a titolo professionale da coloro che:
a) sono in possesso del tesserino di raccoglitore ai sensi dell’articolo 11 della l.r. 50/1995;
b) sono in regola con il pagamento della tassa regionale;
c) sono titolari di RIVA specifica o del versamento dell’F24 per sostituto di imposta entro i 7.000 euro;
7. Con riferimento alle attività di raccolta funghi si precisa quanto segue:
-sono consentiti gli spostamenti, anche al di fuori del comune di residenza, domicilio o abitazione, esclusivamente nel caso di raccolta funghi svolta a titolo professionale dagli imprenditori agricoli e dai soci di cooperative agricolo-forestali ai sensi dell’articolo 4 della l.r. 16/1999;
8. Con riferimento alle attività di pesca si precisa, che gli spostamenti, anche al di fuori del comune di residenza, domicilio o abitazione, sono consentiti esclusivamente nel caso di pesca professionale;
9. Con riferimento agli animali allevati si precisa, quanto segue:
-lo spostamento per accudire gli animali allevati costituisce situazione di necessità collegata al benessere dell’animale e quindi è consentito lo spostamento dal comune di residenza, domicilio o abitazione limitatamente allo svolgimento di tale attività;
10. Fatto salvo quanto specificato nei punti 12, 13 e 15 i soggetti pubblici e privati che realizzano i corsi di formazione indicati nell’allegato 1 dell’ordinanza n. 95/2020 adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento dell’attività sia svolta tramite il ricorso alla formazione a distanza, fatta salva la possibilità di realizzare in presenza le attivitàlaboratoriali e gli stage in impresa che riguardano attività economiche e produttive non sospese, nel rispetto delle indicazioni tecniche e operative definite nelle linee guida o nei protocolli nazionali e/o regionali previsti per il settore e per lo specifico luogo di lavoro ove si realizza l’attività. Resta altresì salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione di allievi con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli altri allievi che sono in formazione a distanza;
11. I tirocini non curriculari possono essere svolti in presenza se le attività lavorative di riferimento non sono state sospese e nel rispetto delle indicazioni tecniche e operative definite nelle linee guida o nei protocolli nazionali e/o regionali previsti per il settore e per lo specifico luogo di lavoro ove si realizza l’attività, ferma restando la possibilità di realizzare a distanza tali tirocini ove ciò sia compatibile con l’attività e con i relativi obiettivi formativi;
12. è consentito lo svolgimento interamente in presenza della formazione in materia di salute e sicurezza nel caso in cui non sia possibile erogare l’attività formativa in videoconferenza o nel caso in cui il percorso formativo preveda una parte pratica-addestrativa. Per l’erogazione della formazione in presenza il soggetto responsabile delle attività formative deve garantire il rispetto delle misure idonee a prevenire o ridurre il rischio di contagio definite nelle specifiche linee guida regionali di cui all’allegato 1 dell’ordinanza n.95/2020 e nel rispetto delle misure di cui al «Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione» pubblicato dall’INAIL”;
13. Le disposizioni di cui al punto 10 si applicano ai percorsi erogati dalle Fondazioni ITS se compatibili con le indicazioni del Ministero dell’Istruzione;
14. Gli esami finali dei percorsi formativi indicati nell’allegato 1 dell’ordinanza n. 95/2020 devono essere realizzati a distanza se prevedono solo un colloquio o se producano un risultato che possa essere chiaramente identificabile e osservabile anche a distanza. La modalità a distanza deve in tutti
i casi garantire l’imparzialità della valutazione e pari opportunità di accesso. Le prove di laboratorio o tecnico pratiche possono essere svolte in presenza. Per gli esami finali previsti nei percorsi di formazione regolamentata si applica quanto previsto dall’Accordo tra le Regioni e le Province Autonome recante “Individuazione dei casi e dei criteri per lo svolgimento di esami a distanza relativi ai corsi di formazione obbligatoria” del 21.05.2020 rep.20/90/CR5/C9.
Disposizioni per l’attività corsistica individuale e collettiva
15. L’attività corsistica, a titolo esemplificativo e non esaustivo di scuole di musica, di pittura, di fotografia, di teatro, di lingue straniere, ivi compresi gli eventuali esami, è svolta con le seguenti modalità per tutte le fasce d’età:
– a distanza, se l’attività corsistica è collettiva;
– in presenza, nel rispetto delle linee guida regionali di cui all’allegato 1 dell’ordinanza n. 95/2020, se l’attività corsistica è individuale.
Disposizioni relative a autocertificazioni per spostamenti
16. Gli spostamenti consentiti dalla presente ordinanza devono essere autocertificati indicando tutti gli elementi necessari per la relativa verifica.
5.10.2020: Riparte il servizio di consulenza gratuito della ASL per accertare la commestibilità dei funghi raccolti – Riportiamo alcune informazioni importanti per la raccolta e il consumo dei funghi
A partire dal 5 ottobre, l’Ispettorato Micologico dell’Azienda USL Toscana sud est riprende il servizio di consulenza gratuito che accerta la commestibilità dei funghi raccolti o ricevuti in regalo, alle persone che accedono allo sportello, indicando la specie scientifica dei funghi consegnati al controllo.
I Tecnici della Prevenzione con la qualifica di micologo suggeriranno anche le modalità di cottura ed altre tecniche per gustare in sicurezza un piatto a base di questi prelibati “frutti” spontanei.
Al termine della visita verrà rilasciato un documento sul quale sono riportate le informazioni utili all’utente circa il nome scientifico e la commestibilità dei funghi controllati.
Al momento del controllo i funghi devono essere presentati possibilmente in contenitori rigidi e forati (come i cestini) e devono presentarsi:
- interi (non recisi o tagliati, non spezzettati, non lavati, non raschiati o comunque privi di parti essenziali, fondamentali al loro riconoscimento),
- puliti da terriccio, foglie e/o altri corpi estranei,
- in buono stato di conservazione, possibilmente mantenendo i funghi al fresco fino al controllo,
- tutti i funghi raccolti o regalati, senza lasciarne una parte a casa.
I funghi che al controllo del micologo non rispetteranno le condizioni sopra indicate e quelli che risulteranno appartenere a specie non commestibili o tossiche-velenose, normalmente non saranno riconsegnati e verranno distrutti.
L’accesso agli sportelli Micologici è libero e gratuito, quest’anno a causa dell’emergenza COVID-19, è consentito solo previo appuntamento telefonico, chiamando ai numeri telefonici riportati nello schema seguente, nei giorni, orari e sedi dell’Ispettorato Micologico indicati.
Si ricorda che nella fase attuale di emergenza Covid-19, ogni cittadino dovrà accedere allo Sportello Micologico munito di mascherina, uno alla volta e rispettando l’orario di prenotazione concordato.
ALCUNI CONSIGLI
Accanto a specie fungine commestibili, possono crescere anche funghi non commestibili, tossici, velenosi e velenosi mortali.
Ogni anno si registrano in Italia circa 40.000 casi di intossicazione da funghi e almeno una decina di decessi.
Le forme di intossicazione dovute all’assunzione di funghi, possono essere di svariata natura a seconda della specie fungina consumata, con quadri clinici molto variabili.
Le intossicazioni generate da funghi potenzialmente mortali provocano danni agli organi irreversibili come al fegato, nel caso di funghi appartenenti al genere Amanita e Lepiota, ed ai reni nel caso del genere Cortinarius e Amanita.
Inoltre, vi sono innumerevoli altre specie tossiche che, se da un lato non mettono a repentaglio la vita del paziente, sono comunque responsabili di intossicazioni i cui sintomi possono coinvolgere il tratto gastro-intestinale fino a complicazioni a carico del sistema nervoso centrale.
Non è infrequente il caso in cui, funghi definiti commestibili provochino intossicazioni qualora, per questi ultimi, non siano state osservate le opportune cautele in fase di preparazione e cottura.
L’unico modo per stabilire la commestibilità di un fungo è quello di determinarne la specie.
I metodi empirici non hanno alcun fondamento scientifico, è opportuno chiarire in forma definitiva che i luoghi comuni quali prove con aglio, monete d’argento, prezzemolo ecc. sono assolutamente da sfatare poiché non hanno nessuna validità.
Il Micologo è la figura istituzionale che presta servizio negli Ispettorati Micologici istituiti presso l’Azienda Sanitaria Locale, preposta al riconoscimento delle specie fungine al fine di stabilirne la loro commestibilità.
Il riconoscimento di un fungo richiede conoscenze scientifiche che solo un Micologo possiede.
I raccoglitori sono invitati a sottoporre a visita preventiva il proprio raccolto anziché avventurarsi in un incauto consumo di funghi non controllati.
La visita dei funghi è un servizio completamente GRATUITO.
Non fidarsi di esperti improvvisati o della determinazione fatta unicamente attraverso le descrizioni dei testi e/o le immagini, perché con le foto possono sfuggire caratteri fondamentali per la loro classificazione (odori, sapori, consistenza dei tessuti e viraggio della carne).
ALCUNI CONSIGLI PER LA RACCOLTA
- Essere in possesso della ricevuta del versamento previsto dalla Regione Toscana per la raccolta dei funghi (cliccare qui per scaricare le nuove norme sulla raccolta dei funghi – depliant informativo).
- Non raccogliere indiscriminatamente tutti i funghi rinvenuti, per non devastare l’equilibrio dell’ecosistema in cui crescono. Ricordarsi che la normativa stabilisce un limite di 3 Kg. di funghi pro-capite giornaliero.
- I funghi vanno raccolti interi, non recisi, poiché parti determinanti per l’individuazione della specie potrebbero rimanere nel terreno.
- È vietato ricorrere all’uso di vanghe, zappe, uncini e strumenti vari che potrebbero danneggiare lo strato umifero del sottobosco.
- I funghi vanno raccolti sani e non in cattivo stato: ammuffiti, larvati, fradici, e comunque alterati.
- Gli esemplari che volutamente non vengono raccolti devono essere lasciati tal quali e non distrutti, presi a calci o a bastonate semplicemente perché non suscitano alcun interesse.
- I funghi raccolti devono essere trasportati in contenitori rigidi ed aerati (ad es. cestini di vimini) che consentono l’ulteriore disseminazione delle spore. Inoltre, si evitano fenomeni di compressione e di fermentazione dei funghi, che ne alterano la commestibilità.
- Non mettere i funghi sospetti insieme ai funghi buoni: alcuni frammenti di fungo velenoso possono rimanere insieme a quelli mangerecci, il misto, così consumato, può essere sufficiente a causare disturbi.
- Non raccogliere funghi cresciuti in aree sospette di contaminazioni, ad es. vicino a discariche di rifiuti, cumuli di macerie, sponde di corsi d’acqua lurida, parchi e giardinetti cittadini, a ridosso di aeroporti, nei pressi di autostrade o strade ad intenso traffico veicolare, stabilimenti industriali, forni inceneritori, aree cimiteriali, centrali elettriche, frutteti e/o colture trattate con prodotti fitosanitari.
- I funghi accumulano sostanze tossiche. Non regalare funghi se la loro commestibilità è incerta, perché si incorre in gravi responsabilità.
CONSIGLI PER IL CONSUMO
La cottura, l’essiccamento o altri trattamenti non servono a rendere commestibili i funghi mortali, i funghi velenosi contengono tossine termostabili che mantengono comunque la loro proprietà tossica.
Tutti i funghi commestibili vanno consumati ben cotti: quelli crudi sono scarsamente digeribili, se non addirittura velenosi.
Il comune “chiodino” – Armillaria mellea – è tossico da crudo e deve essere necessariamente pre-bollito per almeno 15 minuti prima della successiva cottura. Qualora si intenda conservare i chiodini mediante congelamento si rammenta che il trattamento di prebollitura deve essere eseguito prima di procedere al congelamento. Se non eseguita correttamente tutti i trattamenti termici eseguiti dopo il congelamento risultano del tutto inefficaci alla disattivazione delle tossine, in quanto si tende a cuocere poco i funghi così conservati.
Evitare di far consumare funghi a bambini, donne in gravidanza o allattamento, anziani, persone che presentano intolleranza a particolari alimenti, farmaci o affette da patologie gastriche, epatiche, pancreatiche, renali, senza il consenso del medico.
I funghi sono di difficile digeribilità: anche persone adulte e sane devono mangiarne in quantità moderata.
I funghi ritenuti commestibili vanno mantenuti in contenitori rigidi e aerati ed in luogo fresco. Il loro periodo di conservazione è estremamente ridotto per cui il consumo, o eventuali operazioni di conservazione, vanno effettuati nel più breve tempo possibile, preceduti da un’accurata pulizia, da ripetuti lavaggi ed un’adeguata cottura per almeno 30 minuti.
IN CASO DI INTOSSICAZIONE DA FUNGHI
Il tempo che precede la comparsa dei sintomi (tempo di latenza) varia da qualche minuto ad alcuni giorni. Le classiche 6 ore di latenza separano le “SINDROMI A BREVE INCUBAZIONE” (solitamente con esito benigno) dalle “SINDROMI A LUNGA INCUBAZIONE” (avvelenamenti gravi, potenzialmente anche mortali).
Quasi tutte le intossicazioni si manifestano con nausea, vomito, senso di gonfiore, diarrea e dolori; solitamente non c’è febbre.
Tali sintomi possono rappresentare “tutta” la malattia, oppure possono essere solo una “prima fase” di gravi avvelenamenti comportanti un danno “citotossico” cioè a carico delle cellule del fegato, rene, sistema nervoso centrale, o ancora “accompagnare” altri sintomi, quali sudorazione profusa, disturbi visivi, difficoltà respiratorie, bradicardia, vampata di calore e rossore, delirio, allucinazione, orticaria, dolori muscolari, disturbi urinari.
A parte i funghi, pochi altri alimenti possono vantare tanti e tanto gravi problemi per l’uomo.
Le ragioni principali delle intossicazioni consistono:
- nella scarsa conoscenza dei funghi, che porta a consumare specie velenose;
- nell’insufficiente cottura della specie che diventa commestibile solo dopo questo trattamento;
- nel consumo di eccessive quantità del prodotto e/o di esemplari troppo maturi, deteriorati o mal conservati: a proposito si ricordi che i funghi deperiscono molto rapidamente e sono in genere poco digeribili.
Se, dopo aver consumato funghi, dovessero insorgere disturbi, si consiglia di:
- recarsi immediatamente al Pronto Soccorso o all’Ospedale più vicino;
- tenere a disposizione e portare con sé gli avanzi del pasto, anche se già cotti, e di tutti i funghi rimasti disponibili, compresi quelli gettati nella pattumiera;
- non tentare terapie autonome.
Questo facilita il micologo nell’identificazione della specie responsabile dell’avvelenamento, risparmiando tempo prezioso affinché il medico possa iniziare la terapia adeguata al caso.
L’Azienda ha attivato in tal senso il servizio di “pronta disponibilità” dei propri micologi, che possono essere chiamati dai medici dei pronto soccorso di tutto il territorio aziendale, se si presentano casi di sospetta intossicazione da funghi. L’intervento del micologo, infatti, consente di individuare la specie responsabile dell’intossicazione, con il massimo margine di sicurezza possibile, dando l’opportunità ai medici di somministrare le cure previste e la specifica terapia farmacologica in tempi rapidi.
Maggiori informazioni si possono trovare cliccando sul link seguente per scaricare la Guida alla prevenzione delle intossicazioni da funghi.
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Fonte delle informazioni:
La Regione Toscana proroga divieto abbruciamenti per il probabile ritorno dell’alta pressione
Vietato accendere fuochi in Toscana fino al 13 settembre. La Regione ha prorogato (la scadenza originaria era il 31 agosto) il divieto assoluto di bruciare residui vegetali sul territorio regionale. La Sala operativa regionale raccomanda l’osservanza scrupolosa della normativa per scongiurare il rischio di incendi e le pesanti sanzioni previste.
La proroga disposta dalla Regione è dovuta al mantenimento delle attuali condizioni di rischio, ed è legata alle previsioni di medio e lungo termine del LaMMA, sul probabile ritorno dell’alta pressione dopo le perturbazioni attese per fine mese e inizio settembre.
Vietata qualsiasi accensione di fuochi nei boschi
Nel periodo a rischio, oltre al “divieto di abbruciamento” di residui vegetali, il regolamento forestale della Toscana vieta qualsiasi accensione di fuochi nel bosco, ad esclusione della cottura di cibi in bracieri e barbecue in abitazioni e all’interno delle aree attrezzate.
Nei giorni scorsi si sono registrati sul territorio numerose violazioni del divieto. I cittadini sono invitati a segnalare tempestivamente eventuali focolai al numero verde della Sala operativa regionale 800 425 425 o al 115 dei Vigili del Fuoco.
Incendi in calo in Toscana nel 2020
Quest’anno al momento ci sono stati solo circa 200 incendi boschivi in Toscana, un numero basso se si considera che la media degli ultimi 5 anni è di 360 roghi annui. Sono andati bruciati 150 ettari di superficie boscosa, contro i quasi 900 ettari di media dello stesso periodo degli anni dal 2015 al 2019.
Inoltre la maggior parte degli incendi scoppiati quest’anno è stata spenta prima di divampare violentemente, come dimostra il fatto che in ciascuno sono andati persi in media solo 0,75 ettari.
Un dato che dimostra l’efficenza del sistema di prevenzione e lotta agli incendi e del pronto intervento pronto intervento delle squadre Aib (Anti incendi boschivi) della Regione.
fonte: https://www.intoscana.it/it/
Incendi, dal 1 luglio vietato accendere fuochi in tutta la regione Toscana
Scatta domani, mercoledì 1 luglio, e si concluderà il 31 agosto il periodo a rischio per lo sviluppo e la propagazione di incendi boschivi. Nei due mesi è vietato su tutto il territorio regionale l’abbruciamento di residui vegetali e qualsiasi accensione di fuochi, ad esclusione della cottura di cibi in bracieri e barbecue situati in abitazioni o pertinenze e all’interno di aree attrezzate.
Lo annuncia l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, ricordando quanto siano importanti i comportamenti corretti che ciascun cittadino deve tenere per evitare l’innesco di un incendio forestale e anche in caso di avvistamento di un principio di incendio.
“In questi casi – sottolinea Remaschi – è fondamentale la tempestività nella segnalazione al numero verde 800.425.425 della Sala operativa regionale antincendi boschivi o al 115 dei Vigili del Fuoco. E sempre per garantire la massima tempestività d’intervento, la Regione ha adottato il progetto di prevenzione proposto dal Cvt, il coordinamento che riunisce le principali associazioni di volontariato antincendi boschivi della Toscana, per mettere in rete le webcam che monitorano luoghi strategici per l’avvistamento di incendi”.
L’innovazione nelle attività di prevenzione è fondamentale per fronteggiare i nuovi scenari di incendio boschivo. Il progetto del Cvt conta di realizzare una rete di webcam per l’immediata localizzazione o per la verifica di una segnalazione di incendio forestale ed è possibile grazie al contributo di quanti acconsentono all’utilizzo delle immagini delle loro telecamere digitali, per una finalità di pubblica utilità a vantaggio di tutti. Le riprese sono ad una distanza tale da non permettere il riconoscimento dei tratti somatici delle persone e le targhe dei veicoli cosi come previsto dalla vigente normativa sulla protezione dei dati personali. Le immagini delle webcam sono raccolte nella pagina http://www.cvt-aib.it/progetto-fireweb.
“Innovazione, prevenzione, organizzazione sono le parole chiave del Servizio Antincendi Boschivi (AIB)della Regione Toscana”, aggiunge l’assessore Remaschi. “Un sistema consolidato grazie alle strutture di coordinamento della lotta attiva, agli operai forestali e ai volontari, ai mezzi terrestri ed aerei e al centro regionale di addestramento di Monticiano, una vera e propria università e punto di riferimento a livello nazionale”.
Dall’anno scorso, la Regione Toscana, ha reso disponibile il sistema di previsione degli incendi boschivi in grado di offrire Comune per Comune, giorno dopo giorno, il livello di rischio di sviluppo e di propagazione degli incendi nei boschi grazie ad una scala di colori che va dal verde (basso rischio) al rosso (rischio molto alto), come avviene per le allerte meteo. Il bollettino, frutto della collaborazione con il Consorzio LaMMA, è visibile all’indirizzo https://geoportale.lamma.rete.toscana.it/bollettino_incendi/index.html e consultabile anche nel sito della Regione Toscana.
L’andamento degli incendi negli ultimi anni
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla comparsa di eventi che in molte parti del mondo hanno percorso superfici importanti, causando gravi danni economici e la perdita di numerose vite umane.
L’accumulo di combustibile vegetale, la continuità delle formazioni forestali, l’aumento delle zone di interfaccia urbano-foresta ed il cambiamento climatico accrescono il rischio potenziale per lo sviluppo e la propagazione dei grandi incendi boschivi e favoriscono la contemporaneità di eventi.
Anche le più evolute organizzazioni AIB si sono trovate inermi di fronte a questo tipo di eventi; fenomeni estremi, che non si possono più contrastare con un approccio esclusivamente emergenziale, hanno dimostrato che la lotta attiva è una risposta, ma non la soluzione del problema. Anche in Toscana, in particolare nel 2012, 2017 e 2018, l’andamento degli incendi ha impegnato severamente l’Organizzazione regionale AIB. Sempre più spesso si è operato in condizioni di simultaneità di eventi oppure su incendi caratterizzati da alte velocità ed elevate intensità, frequentemente in aree di interfaccia urbano-foresta.
Nel 2019, invece, sono stati gli incendi del periodo invernale a impegnare maggiormente le squadre antincendi boschivi e la flotta aerea del sistema regionale AIB come non accadeva da tempo. A livello statistico il primo semestre del 2019 si è chiuso con un totale di 208 incendi forestali che hanno percorso una superficie boscata pari addirittura a quasi 1.400 ettari: un dato nettamente superiore alla media di circa 265 ettari registrata nello stesso periodo nell’ultimo decennio.
Statistica 2020
Quest’anno fortunatamente non si sono ripresentate le condizioni climatiche che hanno favorito la propagazione di incendi boschivi nei mesi di febbraio, marzo e aprile del 2019c, caratterizzati da bassa umidità e forti venti di grecale, Nonostante il favore del clima nel primo semestre 2020 si è comunque registrato un numero importante di eventi, 101, che in totale hanno percorso una superficie boscata di circa 60 ettari, molto inferiore alle medie del periodo.
Gli incendi più rilevanti dal punto di vista dell’entità della superficie boscata percorsa dal fuoco si sono sviluppati sul territorio lucchese rispettivamente su 6 e 8 ettari, nei comuni di Bagni di Lucca (il 22 marzo) e Villa Basilica (il 9 aprile).
Nella maggioranza dei 101 casi di questa prima parte dell’anno si è trattato di principi di incendio subito contenuti grazie alla preparazione e alla tempestività di intervento dell’Organizzazione regionale AIB; sul totale di 101 eventi sono 78 quelli chiusi con una superficie inferiore all’ettaro e appena 6 quelli con superficie boscata compresa tra 3 e 8 ettari.
Le province più colpite
La provincia interessata dagli eventi più rilevanti nel primo semestre 2020 è stata quella di Lucca, seguita da Massa Carrara e Arezzo.
Sul territorio di Lucca gli eventi sono stati 20 dall’inizio dell’anno e hanno percorso poco più di 30 ettari di bosco, contro i 143 ettari registrati in media nel primo semestre del decennio.
Stesso discorso vale per Massa Carrara, altra provincia storicamente interessata da incendi invernali, dove si sono avuti 10 incendi estesi su poco più di 7 ettari di bosco, contro una media di 33 ettari percorsi nel primo semestre del decennio.
[vedi infografica Incendi boschivi gennaio-giugno 2020]
Come funziona l’Organizzazione regionale AIB
La lotta attiva è coordinata operativamente da una Sala regionale (SOUP) e da 7 Centri operativi provinciali (COP AIB) attivi nei mesi di luglio e agosto con orario 8-20.
La direzione delle operazioni di spegnimento è svolta da 180 tecnici di Regione Toscana e degli Enti competenti. La segnalazione di incendi boschivi può partire da strutture del servizio antincendi boschivi o da cittadini tramite il numero verde 800425425 della Regione Toscana o il 115 dei Vigili del Fuoco; le chiamate sono poi indirizzate ai COP o alla SOUP, in relazione ai rispettivi periodi e orari operativi.
Sul territorio sono impegnate Unioni di Comuni, Città metropolitana di Firenze, Comuni ed Enti Parco regionali, che organizzano squadre operative costituite da circa 450 operai forestali idonei all’AIB, ai quali si affiancano le Associazioni di volontariato AIB che in Toscana riuniscono circa 4.200 volontari, tra i soci del Coordinamento Volontariato Toscano e di Croce Rossa Italiana.
Complessivamente la struttura regionale dispone di circa 600 mezzi, tra fuoristrada e autobotti, allestiti per gli interventi di spegnimento e per il controllo del territorio. Inoltre la Giunta regionale tramite gara di appalto, mette a disposizione elicotteri AIB per il supporto alle forze terrestri nello spegnimento degli incendi boschivi. Il contratto prevede uno schieramento variabile in relazione alle condizioni di rischio che va da un minimo di un elicottero a un massimo di dieci, nello schieramento estivo.
Strutture di Coordinamento della lotta attiva
- SOUP (Sala operativa unificata permanente)
- 7 COP AIB (Centri operativi provinciali)
- 180 DO AIB (Direzione operazioni spegnimento)
Componente terrestre
- 450 Operai forestali
- 4.200 Volontari
- 600 mezzi operativi (circa 470 leggeri e 130 pesanti)
Componente aerea
- 10 elicotteri regionali
Centro regionale AIB La Pineta di Tocchi
Prosegue il lavoro per rafforzare l’organizzazione dei servizi di lotta attiva, in particolare per garantire un adeguato livello tecnico e assicurare lo svolgimento in piena sicurezza delle operazioni di spegnimento. Presso il Centro regionale AIB La Pineta di Tocchi, a Monticiano (Siena), viene effettuato l’addestramento e l’aggiornamento di tutto il personale AIB, con il coinvolgimento annuale di circa 1.300 operatori antincendi boschivi.
Il Centro è la struttura di riferimento per la specializzazione di alcune figure tecniche quali direttori delle operazioni, analisti, logisti, gruppi addetti all’uso del fuoco (GAUF) che rispondono alla necessità di rafforzare la specificità tecnica del personale impegnato ad affrontare incendi boschivi sempre più complessi.
Attraverso il Centro si sono anche sviluppate le linee di indirizzo relative all’attività di prevenzione AIB definite dal Piano operativo: piani specifici di prevenzione, uso del fuoco prescritto, Comunità antincendi boschivi, vale a dire comunità di cittadini che sul modello statunitense delle Fire Wise Community partecipano insieme agli Enti pubblici alla condivisione del rischio incendi boschivi.
16.6.2020: Regione Toscana, 3,6 mln di euro per sostenere i settori floricolo e ovicaprino
Un aiuto alle imprese di due settori che hanno pagato e stanno pagando un prezzo abbastanza elevato per l’emergenza Covid 19. La Regione ha approvato una delibera che mette a disposizione 3 milioni 630 mila euro per i settori floricolo e ovicaprino.
“Sono due tra i settori – spiega l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi – che hanno subito gravi danni economici in conseguenza dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. Appena abbiamo avuto l’evidenza della gravità della situazione ci siamo subito attivati, prima con lo stanziamento delle risorse con la variazione di bilancio ed ora con la fase di attuazione degli aiuti. La concertazione con le organizzazioni di rappresentanza è stata utile per definire criteri certi e rapidamente verificabili, al fine di consentire una erogazione rapida delle risorse che sono quantomeno cruciali per la sussistenza di molte aziende del settore. A breve adotteremo un’altra delibera per quanto riguarda criteri e modalità del sostegno al settore ovicaprino, dato che il confronto è ancora in corso”.
Le risorse complessive vengono così ripartite, tenuto conto delle esigenze e della situazione di mercato e delle valutazioni condotte attraversp il confronto con le parti sociali: 2,43 mln di euro al settore floricolo, 1,2 mln di euro a quello ovicaprino.
La delibera, come anticipato, approva anche i criteri e le modalità per la concessione dell’aiuto diretto al settore floricolo, consistente in una sovvenzione a ristoro sia della diminuzione dei ricavi di vendita che dell’aumento dei costi di smaltimento dei fiori non vendibili. I beneficiari della sovvenzione diretta sono gli imprenditori agricoli professionali (singoli od associati), i coltivatori diretti, iscritti all’Inps che coltivano fiori in serra e/o pieno campo sul territorio regionale.
Il contributo viene erogato proporzionalmente alla percentuale di diminuzione del volume di affari subita riferito alla sola vendita dei prodotti floricoli fiori e fronde recisi, calcolata in base al confronto tra la sommatoria degli importi di fatture o altri documenti fiscali comprovanti le vendite del periodo marzo-aprile 2019 e quella del periodo marzo-aprile 2020. L’aiuto viene richiesto dai beneficiari tramite il sistema informatico Artea, che provvederà all’erogazione ai beneficiari.
5.4.2020: Vitivinicoltura, ecco le tre novità a sostegno delle imprese nel post pandemia
Sono tre le novità introdotte a sostegno delle imprese del settore vitivinicolo in questa fase di emergenza causata dal Coronavirus.
In particolare la Regione Toscana ha preso atto delle eccezionali difficoltà che si trovano ad affrontare i viticoltori e ha colto tempestivamente tutte le opportunità offerte dalla riforma delle norme attuata in occasione della pandemia, sia a livello europeo che nazionale*, per evitare che le autorizzazioni al reimpianto e per nuovi impianti vengano perdute, ma anche per scongiurare il rischio di dovere realizzare l’impianto in condizioni non ottimali.
Ecco il dettaglio delle nuove misure.
- La durata di tutte le autorizzazioni al reimpianto e per nuovo impianto, scadute o in scadenza nel corso dell’anno 2020, è stata prorogata di un anno (12 mesi): dato che tali autorizzazioni sono contenute nel Registro delle autorizzazioni istituito presso ARTEA, quest’ultima, lo scorso 28 maggio, ha effettuato d’ufficio l’operazione di aggiornamento della loro validità.
- I produttori in possesso di autorizzazioni per nuovo impianto che scadono nel 2020 e che non intendono realizzare l’impianto, non sono passibili delle sanzioni di cui all’articolo 69, comma 3 della Legge n. 238/2016 (Testo Unico Vino), a condizione che ne diano comunicazione alle autorità competenti entro il 31 dicembre 2020. A tal fine, i conduttori interessati devono comunicare entro tale data al Ministero e alla Regione la volontà di rinunciare alle autorizzazioni loro assegnate, tramite PEC da inviare ai seguenti indirizzi: pocoi7@pec.politicheagricole.gov.it e regionetoscana@postacert.toscana.it (con l’indicazione dell’Ufficio Territoriale di competenza cui è indirizzata la comunicazione).
- È possibile applicare la proroga di un anno anche agli obblighi di estirpazione a fronte di reimpianto anticipato, in scadenza nel corso del 2020, qualora non sia stato possibile procedere alla estirpazione a causa della pandemia. Per beneficiare di tale proroga, i viticoltori dovranno fare una richiesta esplicita, debitamente motivata, tramite PEC da inviare all’Ufficio territoriale di competenza.
*Regolamento di esecuzione (UE) n. 2020/601 della Commissione del 30 aprile 2020, applicato a livello nazionale con il Decreto Ministeriale n. 5779 del 22 maggio 2020 e con la circolare di AGEA Coordinamento n, 36399 del 28 maggio 2020.
Accordo Regione Toscana-ANCI a sostegno di prodotti agroalimentari toscani di qualità
Favorire la distribuzione ed il consumo di produzioni agroalimentari toscane di qualità, soprattutto in questa fase di emergenza. E’ questo l’obiettivo di un protocollo d’intesa con Anci Toscana che la Regione Toscana ha approvato oggi. L’intesa prende le mosse dalla comune attenzione di Regione Toscana e l’associazione dei Comuni verso la diffusione delle politiche del cibo e la promozione dei prodotti toscani e dal fatto che le disposizioni governative di gestione della crisi prevedono per i Comuni dei finanziamenti specifici per supportare la domanda di cibo nelle fasce fragili della popolazione.
L’intesa prevede una serie di azioni di sensibilizzazione e valorizzazione dei prodotti di qualità della nostra regione, partendo da esigenze immediate, legate alle ripercussioni negative sul comparto agricolo e agroalimentare delle misure che si sono rese necessarie per contenere il coronavirus: sebbene le aziende agricole e agroalimentari, così come la distribuzione, siano considerate attività “essenziali”, pertanto operative, i prodotti agroalimentari freschi e gli ortofrutticoli hanno registrato un calo nelle vendite a causa della chiusura delle attività di ristorazione, dei bar e di tutta la somministrazione.
La collaborazione prevede una sua prima sperimentazione in occasione delle attività di consegna a domicilio di beni alimentari e di prima necessità alle categorie a rischio ed alle persone che non possono uscire dal proprio domicilio (riguardo a questa è già stato stipulato un protocollo di intesa tra Regione Toscana, ANCI e la Grande Distribuzione Organizzata), e di gestione dei buoni spesa.
Le azioni previste dall’accordo
- I Comuni verranno sensibilizzati ad inserire i prodotti toscani di qualità (come DOP/IGP, Agriqualità, a Km-0, biologici, Prodotti di Montagna, Prodotti Agroalimentari Tradizionali-PAT, produzioni provenienti dalla Organizzazioni di Produttori -ad es OCM olio, Ortofrutta, ecc.), nella spesa dei consumatori e nella distribuzione del cibo per emergenze alimentari.
- Verranno promosse azioni di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali, delle aziende e dei canali distributivi, affinché i consumatori siano orientati a scegliere prodotti toscani.
- Verranno sensibilizzati i Consorzi di tutela e le Associazioni dei produttori DOP/IGP, le Organizzazioni dei Produttori riconosciute, i Distretti rurali ed agroalimentari, le Comunità del cibo, altre forme aggregative che operano in tal senso e le singole aziende per evidenziare tali prodotti, inserendone i riferimenti nei canali distributivi, nelle botteghe di vicinato, nella fornitura alle persone che possono presentare la richiesta di contributo alimentare ai sensi dell’OCDPC 29 marzo 2020 n. 658.
- Saranno promossi prezzi e condizioni di approvvigionamento agevolate ed innovative che rispondano alle esigenze territoriali e dei consumatori.
- Verrà realizzata una campagna mediatica di comunicazione, a sostegno dei prodotti toscani di qualità e di fidelizzazione dei consumatori.
16.4.2020: Abbruciamento di residui vegetali – Periodo NON a rischio di incendio (fino al 30 giugno 2020)
Da oggi è di nuovo possibile effettuare gli abbruciamenti di residui ligno cellulosici provenienti da:
- tagli boschivi,
- interventi colturali,
- interventi fitosanitari,
- potature.
L’abbruciamento deve essere effettuato entro i 250 metri dal luogo di produzione.
L’abbruciamento come previsto, deve essere effettuato in piccoli cumuli non superiori a 3 metri steri per ettaro al giorno.
Lo stero è un’unità di misura di volume usata per il legno ed equivale a un metro cubo vuoto per pieno, vale a dire volume incluso i vuoti.
Le norme di prevenzione prevedono che gli abbruciamenti siano sempre eseguiti in assenza di vento (quando la colonna di fumo sale verticalmente) e con le opportune precauzioni come:
il materiale da bruciare in piccoli cumuli e in spazi ripuliti e isolati da vegetazione e residui infiammabili, operare in presenza di un adeguato numero di persone e mai da soli osservando la sorveglianza della zona fino al completo spegnimento dell’abbruciamento.
Provvedere infine allo spargimento delle ceneri spente, ai fini del loro reimpiego nel ciclo colturale di provenienza..
Periodo non a rischio di incendio (fino al 30 giugno 2020)
In questo periodo la normativa consente l’abbruciamento di residui ligno cellulosici provenienti da tagli boschivi, interventi colturali, interventi fitosanitari, potatura e ripulitura, ai fini del loro reimpiego nel ciclo colturale di provenienza.
Nell’attuare questo tipo di pratica agricola, occorre osservare precise prescrizioni e adottare tutte le cautele necessarie a evitare sia l’innesco di incendi sia di incorrere nelle sanzioni previste dalla normativa.
L’abbruciamento deve essere effettuato entro i 250 metri dal luogo di produzione e in piccoli cumuli non superiori a 3 metri steri per ettaro al giorno. Lo stero è un’unità di misura di volume usata per il legno ed equivale a un metro cubo vuoto per pieno, vale a dire volume incluso i vuoti.
Dopo l’entrata in vigore delle modifiche al regolamento forestale (d.p.g.r. 8 agosto 2003, n. 48/R) che si è adeguato alla legge nazionale (estratto D.lgs.152/2006), sono queste le norme a cui fare riferimento:
- Per gli abbruciamenti eseguiti in bosco, nelle aree assimilate e negli impianti di arboricoltura da legno è necessaria l’autorizzazione dell’ente competente sul territorio ai sensi della legge forestale.
- Gli abbruciamenti eseguiti nella fascia di terreno di larghezza pari a 50 metri contigua al bosco (alle aree assimilate e agli impianti di arboricoltura da legno) e nei castagneti da frutto sono consentiti, purché eseguiti in conformità alle norme di prevenzione.
- Le norme di prevenzione prevedono che gli abbruciamenti siano sempre eseguiti in assenza di vento (quando la colonna di fumo sale verticalmente) e con le opportune precauzioni:
- limitando il materiale da bruciare in piccoli cumuli e in spazi ripuliti e isolati da vegetazione e residui infiammabili
- operando in presenza di un adeguato numero di persone e mai da soli
- osservando la sorveglianza della zona fino al completo spegnimento dell’abbruciamento.
Accensione fuochi nei boschi
Nel rispetto delle prescrizioni è consentita la cottura di cibi nei bracieri o nei barbecue situati in abitazioni o pertinenze e all’interno delle aree attrezzate.
Fino al 30 giugno 2020, è consentita, inoltre, l’accensione di fuochi in bosco, limitatamente a quanto necessario per il riscaldamento o la cottura di cibi, per esigenze personali dei soggetti che svolgono attività lavorativa o di altra natura, connesse alla permanenza nei boschi. Anche in questo caso l’attività è subordinata al rispetto delle precauzioni dettagliate dal regolamento, che vanno dall’utilizzo di spazi ripuliti, all’adozione di cautele per evitare la propagazione del fuoco, anche in relazione alle condizioni di ventosità. La sorveglianza del fuoco deve essere costante fino al suo completo spegnimento.
La mancata osservanza dei divieti, comporta l’applicazione delle sanzioni previste dalle vigenti disposizioni in materia.